01 Mar LA BOCCA BRUCIA, COSA FARE?
Sono sempre più numerosi i pazienti (0,7 – 3,7% della popolazione) che vengono visitati lamentando un bruciore sub continuo della bocca o della lingua.
Hanno età media di 55 anni, per la maggior parte sono donne (7:1) in età peri e post menopausale.
Una patologia con tanti nomi
Tale patologia ha svariate denominazioni: sindrome della lingua e della bocca urente, sindrome della bocca bruciante, disestesia orale, glossodinia etc.
La Società Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) ha definito questa sindrome come “una sensazione di tipo urente che interessa la lingua e/o altre mucose del cavo orale in assenza di patologie e lesioni locali”.
I sintomi
Il sintomo prevalente è il bruciore che insorge gradualmente, più spesso di intensità moderata ma persistente per lunghi periodi, tale da essere difficilmente tollerato. Alcuni pazienti riferiscono sensazione di mucose spelate, altri riportano sensazione di mucose asciutte. La saliva è scarsa, di colore lattiginoso, filante e spumosa.
Le zone colpite e le alterazioni visibili
Le aree del cavo orale che più frequentemente sono affette da questa sindrome sono: la punta della lingua, la porzione anteriore del palato, l’orofaringe o la faringe.
Il paziente ha la sensazione di un aumento volumetrico della lingua, ha il desiderio di spingere la lingua contro gli incisivi inferiori. A volte, la lingua presenta delle microfessurazioni che corrispondono agli incisivi oppure si possono evidenziare dei piccoli angiomi puntiformi.
Alcuni pazienti riferiscono alterazione del gusto. Nella maggior parte dei pazienti l’obiettività clinica del cavo orale è totalmente negativa, cioè non si riscontrano alterazioni macroscopiche della mucosa.
Il bruciore può essere intermittente
Il bruciore può iniziare solitamente a metà giornata, intensificarsi durante i pasti e scomparire in maniera pressoché totale durante il sonno. In altri pazienti il bruciore scompare durante i pasti.
Il sintomo può essere presente in maniera continua o intermittente e durare da pochi mesi a molti anni. In più della metà dei pazienti può scomparire dopo 6-7 anni in maniera completa o parziale.
Le cause
Le cause non sono ancora note e vi sono diverse ipotesi sull’inizio della malattia. Di fatto, tale patologia si trova in pazienti con alterazioni della sfera psico-emotiva, con disturbi del tratto gastro intestinale (molto presente in pazienti con malattia da reflusso gastro esofageo o in terapia cronica con ASA) e malattie endocrine (diabete).
Il ruolo dei denti
Un aspetto particolare va legato alle malattie dei denti, alla presenza di protesi dentali, otturazioni, impianti, allergia a materiali dentali (5-10% dei pazienti) quali amalgame e leghe metalliche.
In questi casi vengono a crearsi dei microgalvanismi che portano ad alterazione dei processi neurotrofici della mucosa.
La valutazione delle terapie in atto
Il medico che valuta il paziente deve tenere in considerazione le terapie assunte dal paziente (ASA, antibiotici, cortisone), valutare lo stato della dentatura e la presenza di eventuali amalgame, otturazioni o impianti, valutare la presenza di reflusso faringo laringeo mediante apposito esame fibrolaringoscopico.
Va inoltre valutata la possibilità, per altro rara, di infezione micotica. Prestare attenzione al tipo di alimentazione (cibi acidi), all’abitudine al fumo, all’assunzione di sostanze alcoliche.
Trattamento della bocca urente o bruciante
Questa sindrome non ha ad oggi una terapia che possa essere definita risolutiva per tutti i pazienti. Le varie terapie proposte sono empiriche, prolungate nel tempo e non sempre risolutive. Vengono generalmente usati antidepressivi triciclici, antiepilettici ed antidepressivi.
Ad esempio, si utilizzano il Gabapentin (farmaco utilizzato nella terapia del dolore neuropatico) oppure la capsaicina (sostanza che si trova nel peperoncino piccante), che causa una refrattarietà ed una desensibilizzazione dei nervi.
Meglio le terapie naturali
L’esperienza dell’ultimo decennio mi ha portato ad utilizzare il meno possibile importanti sostanze farmacologiche come quelle sopra citate.
Dopo aver valutato bene il paziente dal punto di vista anamnestico ed obiettivo, attraverso accurata visita specialistica, consiglio terapie naturali che possano proteggere la mucosa della bocca, terapie deacidificanti l’organismo mediante controllo costante del pH urinario e terapie dietetiche che alleggeriscano l’organismo molte volte intossicato da farmaci e cibi.
I risultati ottenuti dal sottoscritto con le terapie naturali sono totalmente sovrapponibili a quelli rilevati nei vari lavori scientifici pubblicati in tutto il mondo.
Fonte: Dossiersalute.com